Il 29 ottobre 2002 muore CARLO TALAMO. Chi era l'uomo che ancora oggi viene considerato un
precursore, un comunicatore, un visionario e grandissimo appassionato di
moto? Giovane rampollo classe 1952 di una nobile famiglia capitolina arriva a Milano negli anni ’70 a bordo di una Triumph Trident per lavorare nel campo della pubblicità, attratto dalle possibilità di business della nostra ruggente
metropoli. Negli anni ’80, in società con gli amici MAX BRUN e ROBERTO CREPALDI, rileva la distribuzione della
H-D dai fratelli Castiglioni, una storia affascinante che in Italia, però,
non era mai decollata. 💥💥 E qui inizia la leggenda di NUMERO UNO MILANO. Negli
anni della Milano da bere Carlo Talamo crea il fenomeno Harley, qualcosa che
nessuno è più stato capace di replicare. Un misto di fascino, stile, status
symbol e passione che lo porta ad essere top distributor nel mondo per cinque anni di fila. Per inciso nell’85 ne aveva vendute si e no
una decina ad amici e parenti. Chi ha vissuto quegli anni ricorda le sue pagine
pubblicitarie, geniali, innovative, frutto del suo lavoro notturno, ai limiti del compulsivo.
Negli anni ’90 si ripete con Triumph, contribuendo in modo rilevante alla rinascita di un marchio storico. Impresa non da poco vista l’epoca e i competitors, creando dal nulla il concetto di moto vintage moderna con la Bonneville nata come altre dal suo lavoro di consulente. Carlo era un rivoluzionario, un vulcanico, anche quando perse un sacco di quattrini con Rolls Royce e Bentley (quando stava per cominciare a guadagnarci i marchi furono “mangiati” dai tedeschi e ciao, fine dei giochi).
I soldi, quelli veri li aveva fatti costringendo gli americani, che volevano entrare nel mercato italiano, a comprarsi la rete “Numero Uno”, trasformandolo in un miliardario, ma non per questo appagato, pronto a nuove sfide, magari come consulente Moto Guzzi o Laverda. Chissà cosa avrebbe potuto dare al mondo moto e su quali marchi si sarebbe orientato. Chissà cosa avrebbe pensato delle nuove strade della Motor Co.
PURTROPPO NON AVREMO MAI LE RISPOSTE.
Niente male
per uno con la terza media. A bordo di una Triumph arancio ci ha lasciato il 29
Ottobre 2002, più o meno all’altezza dell’area di servizio Versilia della
Genova Livorno, forse per un malore, forse per una distrazione. Carlo non
andava piano e non amava frenare troppo in anticipo, lui che in anticipo sui
tempi lo era sempre stato.