L'intervista a MAX BRUN, che potete vedere nella Puntata #9 di Duecilindri Magazine è stata galeotta. Non tornavo in Via Niccolini da un sacco di tempo. Per anni il sottoscritto ha bazzicato nella "Via delle belle motociclette" e immancabile il sabato mattina il rito dell'aperitivo al baretto della Teresa: ogni volta erano decine e decine le Harley-Davidson parcheggiate davanti alle vetrine di Numero Uno Milano.
Nel 1984 la concessionaria era solo un piccolo negozio, in pochi anni si allargò a macchia d'olio prendendo una dozzina di locali (c'era anche la Numero Tre dedicata a Triumph). Dimenticate i dealer come li conosciamo oggi, posti in grandi location spesso ai margini della città. Numero Uno era suddivisa in tanti locali tra Via Niccolini e Via Fioravanti: da un lato lo showroom, accessori e Sportster Town, dall'altra l'abbigliamento e poco più in là l'officina (per alcuni anni anche Nostalgia, dedicata alla manutenzione dei modelli più vecchi). Era tutto troppo bello per poter durare in eterno. Oggi sono rimaste solo le tende; qualcuno dice che sarebbe giusto portarle via, per me sono l'ultimo ricordo di Numero Uno e non mi dispiace siano ancora lì.
Vi ricordo che l'intervista integrale a Max Brun sarà on line nei prossimi giorni, nella sezione Play_list del canale DCM. Ovviamente vi terrò aggiornati sul blog.
Caro blogger, e pensa che io nemmeno mai ci sono andato nonostante abbia iniziato con l'Harley nel '98 e vivessi a 30km da Milano... a me interessava solo La Moto e non quello che consideravo semplice "folclore", solo quello riuscivo a cogliere dai giornali del settore e da qualche racconto di amici e conoscenti
RispondiEliminaCiao John,
Eliminasempre con il massimo rispetto, vorrei dissentire. Via Niccolini era LA MOTO. Era la moto perchè era la via di Harley Davidson, marchio che fino a poco prima vedevamo solo nei film ed era la via delle Triumph, fino a poco prima "estinte", due marchi leggendari che solo grazie a Carlo, alle sue special, al suo saper comunicare, al saper vendere ed al saper influenzare anche le decisioni commerciali delle due aziende, sono ritornati alla luce. Erano anni quelli in cui la "magia" creata in quelle vetrine, tra Niccolini e Sarpi, la potevi respirare, le moto erano il sogno, le vetrine lo spettacolo, le possibilità infinite. Erano gli anni di "Harley Davidson and Marlboro man". Del palle quadre. E' antipatico da dire ma se non c'eri.. non puoi capire. Ripeto, col massimo rispetto.
Paolo 883. vrooom
Ognuno vive la passione delle moto come preferisce. Di certo Numero Uno non era un semplice negozio. Io ad esempio ho conosciuto un sacco di amici/appassionati proprio davanti a quelle vetrine. E poi una cosa non esclude l'altra. Ricordo gli aperitivi dalla Teresa a dicembre o gennaio. Pur di muovere la moto mi bastava andare da Numero Uno per un paio di ore e tornavo a casa contento. Poi c'era anche molto folklore, è vero, ma anche quello fa parte del gioco ed è il bello del gioco.
EliminaGrazie ad entrambi per il commento.
Paolo
ecco perchè non trovavo l'intervista integrale...
RispondiEliminaLuca Berlinghieri
Io sono passato slo due volte a vedere le vetrine, ora mi dispiace di non aver vissuto di più "quella" via niccolini...
RispondiEliminaGiorgio di cantu
Luogo mitico in cui andavo ad ammirare le moto in vetrina e alimentavo così i miei sogni, visto la partenza di un paio di "Palle quadre" spettacolo!!!
RispondiEliminaGian Marco
Eh si, era una strada speciale. Sapevi che a qualsiasi ora tu andassi incontravi qualcuno, o facevi sue chiacchiere con Toni, la Marzia, o con i ragazzi dell'officina. Ogni tanto da ragazzino quando bigiavo scuola andavo li a vedere quelle moto luccicanti... Lo ricordo benissimo...
RispondiEliminaAlfred