29 ottobre 2019

TRIBUTE DAY FEAT CARLO TALAMO


Testo Luigi Rivola 

Il 29 ottobre di ormai diciassette ani fa moriva Carlo Talamo. Uno schianto sulla strada del ritorno verso casa e la fortuna, che pure gli era stata amica tante volte, lo ha tradito. Aveva 50 anni.  Era in moto a mezzogiorno nei pressi di Viareggio. Era in moto perché Carlo era un motociclista vero, non un venditore di moto, anche se tanti, senza conoscerlo, urtati dalla sua spavalderia e dalla franchezza con cui era uso trattare tutto e tutti, pensavano che il suo dichiarato amore per questo veicolo non fosse che un espediente commerciale per vendere più Harley Davidson prima, e più Triumph poi.

Con la Numero Uno aveva rilanciato in Italia la Harley Davidson esaltandone il mito grazie ad un innato talento per la comunicazione, che gestiva personalmente e in modo assolutamente originale. Con la Numero Tre aveva contribuito moltissimo a far rivivere, dopo tanti tentativi falliti, il marchio Triumph, non solo organizzando in Italia un'efficiente rete distributiva, ma mettendo a disposizione della Casa Madre inglese anche un altro e non secondario aspetto della sua inesauribile capacità creativa: l'intuito per il design capace di far breccia nella mente sempre un po' conservatrice degli appassionati di moto.

Carlo Talamo era davvero un personaggio fuori dell'ordinario, e lo sapeva benissimo, tanto che a volte lo gridava spavaldamente, facendo infuriare chi sapeva di non poter reggere il confronto. Era libero e non si poneva limiti anche perché poteva permetterselo, e pure questo lo sapeva benissimo. Forse l'ufficio l'aveva stancato, forse aveva in quella mente vulcanica altre idee, altra voglia di mettersi alla prova.



5 commenti:

  1. Ho avuto l'onore di conoscerlo, passavo pomeriggi a sbavare sulle sue vetrine, fino a quando non ho acquistato uno Sportster in via Nicolini.
    Era un tipo strano, ma pieno di idee.

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  2. Non ho avuto l'onore di conoscerlo, la mia prima sporty l'ho presa già quando c'era Valla ma in Numero Uno si percepiva sempre e comunque la mano di Carlo Talamo. Chissà cosa avrebbe fatto oggi con i nuovi modelli e la nuova politica della motorcompany.
    tc

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    1. secondo me avrebbe mandato a quel paese la casa madre, per poi lanciarsi in un altro progetto...

      Alfred

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  3. Ci sono andato a conoscerlo di persona , partendo da Catania , in moto. L'unica cosa che mi ricordo e che vedendomi partire con la mia Triumph ( mi fece i complimenti ) mi disse "Ma tu lo strappi il filo del gas" gli risposi candidamente che non stavo nemmeno a metà gas -

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  4. Non l'ho conosciuto personalmente, forse non mi sarebbe piaciuto, forse si. Ma una cosa è certa, è stato un geniale megalomane, e tutto quello che gravita a milano (e non solo) in fatto di Harley, beh, credo sia merito suo.

    Alfred

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