QUASI IMPOSSIBILE
RESISTERE AL FASCINO DI UN CAFE RACER VERO, AUTENTICO, DOTATO DI COMPONENTI
HANDMADE, CHE TRASUDA PASSIONE DA OGNI GUARNIZIONE. GUSTI PERSONALI A PARTE, CI
SONO MEZZI CHE RIESCONO SEMPRE AD EMOZIONARE.
Il termine Cafe Racer nasce in
Inghilterra alla metà del secolo scorso e si contrappone idealmente alla
cultura chopper in voga nello stesso
periodo oltre oceano. Se il trend americano si focalizzava più sul confort,
caratteristica fondamentale per percorrere lunghe distanze, grazie alla sua tipica
posizione di guida in modalità poltrona,
lo stile anglosassone era pensato per brevi tragitti a gas spalancato,
all'interno delle arterie dei grandi agglomerati urbani. L’etimologia della
definizione è chiara; mezzi da esporre fuori dai cafè, ma in tutto e per tutto racer
grazie alla ciclistica migliorata, ad una postura in sella sportiva e al motore
vitaminizzato. Ne è un esempio significativo la moto ritratta in questi scatti di Daniele Grassi.
Gli ingredienti ci sono tutti: mezzi manubri accoppiati a
pedane arretrate, carena anteriore e serbatoio in lamiera battuta fatti a mano,
codino in vetroresina. L’impianto frenante mixa elementi Brembo e Tokico, lo scarico
è un classico Supertrapp due in uno e il propulsore di provenienza Buell X1 respira
grazie ad un cornetto filtro in vetro. Il proprietario si chiama Cédric Martin,
ha 45 anni, vive a Strasburgo in Francia.
Lavora nel campo dell’edilizia ma fin
da piccolo ha una passione smisurata per il mondo dei motori made in U.S. Nel
suo garage convivono panhead, shovelhead, 1340 evolution ma anche auto d'epoca,
come Chevrolet El Camino del 1960 e una Impala del 1959. Quest'anno ha già
fissato sul calendario due appuntamenti a cui non mancherà per nessuna ragione
al mondo. Il 120° anniversario a Budapest e Sporty Meeting 2023.
Per lui sarà
la seconda volta a Grazzano Visconti e noi saremo onorati di esporre la sua
motocicletta nell’area Circle.
Articolo apparso su Lowride, April '23 issue