13 ottobre 2021

PRIMI FEEDBACK SUL NUOVO SPORTSTER S FEAT JOHN DOE




Settimana scorsa avevo esortato, chi di voi ha avuto modo di provare il nuovo Sportster S, ad esprimere la propria impressione. Chi volesse farlo può scrivere il proprio feedback ben argomentato a info@duecilindri.com. Di seguito riporto integralmente il commento scritto da JOHN DOE, ricco di molti spunti interessanti. 

Dal vivo è una moto stilosa, piccola come piacciono a me, ma ben curata, un bell'oggetto insomma. Il gommone anteriore è quello che è, ma ha un profilo che “cade” ai lati ed esteticamente viene snellito. Forse unico tra le moto di serie, il carter sotto il motore, fa molto moto da pista. Belli gli scarichi della lecchese Lanfranconi, sui paracalore potete tenerci la mano che li sentirete semplicemente caldi. Scongiurate quindi le scottature. Bello e molto potente il disco singolo Brembo mi ricorda Buell. 

Anche il cruscotto a elemento tondo è caratteristico, ha una bella grafica (a volte 3d) ma un po’ piccola in certi dettagli. La vista della moto a 3/4 posteriore è stupenda, il codino me lo mangerei. Con targa laterale sarà una bomba secondo me. Disponibile per la prova solo nera, non so come possa essere in altre livree. Mi hanno detto che la bordeaux è “troppo” perché con i particolari in magnesio si rischia l’effetto arlecchino. 

In mezzo manca il telaio vero e proprio, il motore ha funzione portante: è leggera ed è la prima cosa che si nota in sella, forse anche per la disposizione delle masse (ad es. la batteria è nel puntale). Pesa come le vecchie Sportster fino al 2003 (circa 220 kg) ma in ordine di marcia e non a secco. Manubrio un filo caricato in avanti e può dare fastidio alle spalle se non si è abituati, ma in vero i riser sono regolabili: niente a che vedere con le moderne naked sportive che hanno il manubrio decisamente “sotto”. 

La mappa Sport toglie il fiato già a 4000 giri, troppo per i miei gusti, è una moto molto veloce e le marce diventano subito “corte”, la mappa “touring” è più paciosa anche se con una moto così, molto filtrata (il rumore è quello che è, le marce non si sentono), l’unico divertimento, a parte guardarsi nelle vetrine, è sentire il “tiro” del motore. L’anteriore risponde veloce appena cercate la piega, con le pedane opzionali (centrali-arretrate) sarà divertente per chi ama un certo tipo di guida. Freno anteriore all’attacco molto potente, considerato che dopo ho provato un 114 con doppio disco e rispetto alla 1250 “non frenava”. 

Non capisco il marketing Harley che per questa moto punta molto sulla potenza. Un filo anacronistico se consideriamo che le moderne naked hanno ormai 200cv. E’ Harley, figlia dei tempi, ma è una Harley, è la prima cosa che ho pensato quando l’ho vista, è bassa e slanciata, con le curve al posto giusto, un filo ignorante, perché sminuirla parlando solo delle prestazioni? 

Ci hanno inculcato che l'evoluzione, la novità, sia necessariamente progresso: ma non sempre i due concetti vanno di pari passo. La complessità è progresso? Avere molte più cose a cui fare manutenzione sono migliorie? Fare i 100 all'ora in prima, pena la noia, è progresso? La moto mi piace ma per come la userei io temo sia troppo perfettina per non disamorarmene dopo qualche mese in garage. Ovviamente è una riflessione che prescinde dai problemi relativi all'inquinamento, che è giusto combattere, soprattutto quando c'è una visione seria e complessiva che non prende in considerazione solo gli utenti della strada e quelle "quattro" moto circolanti.

6 commenti:

  1. bella recensione.
    condivido il commento finale sull'evoluzione. purtroppo è il mercato che detta legge. se si vuole vendere, il motociclista medio cerca prestazioni (che non sfrutterà mai) e tecnologia elettronica.
    temo che le vecchie sporty rimarranno le ultime hd su cui l'appassionato può mettere mano in garage senza attrezzature specifiche.

    Luca Berlinghieri

    RispondiElimina
  2. Bello scritto e su alcune considerazioni concordo. Cmq tra questa e la FTR per me non c'è partita, nonostante il nome Sportster mi faccia ribollire il sangue, prenderei la Indian ad occhi chiusi. Ma ora che hanno un motore all'altezza fare una moto del genere alla MoCo, anziché una piccola Diavel, no?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo, troverei molto interessante una HD con il nuovo motore ed una ciclistica ispirata alle dirt track, come la FTR.

      Elimina
  3. Bell'idea del blogger e bella recensione di Joe. Non l'ho ancora provata e sono sempre più curioso. Di certo è una moto che con le vecchie sporty poco hanno in comune: ma anche la nuova scrambler ducati poco c'entra con quella storica degli anni che furono. Forse troppo poco tempo è passato tra la notizia della fine del vecchio small block e la presentazione del nuovo e la cosa ci ha spiazzati.
    tc

    RispondiElimina
  4. Recensione dettagliata e interessante, bravo John Doe. Condivido molte considerazioni che ha fatto. Poi, nonostante appena è stato presentato il nuovo sportster s non ero particolarmente critico, più sento parlare del nuovo modello, più trovo interessante il vecchio sportster.
    Giorgio di cantu

    RispondiElimina
  5. Grazie Paolo di avermi pubblicato, è per me un onore! Grazie anche per i commenti, grazie veramente!... vorrà dire che ci ritroveremo qui tra qualche decennio a commentare la mia prova di un altro nuovo sporty... Niente benzina, né pacchi batterie, solo fasci luminosi a creare un ologramma... il colore lo cambierete con un click!... E il resto? Be' per il resto servirà molta fantasia :)))

    RispondiElimina