09 settembre 2019

MILANO NORDKAPP E RITORNO IN SELLA AD UNO SPORTSTER





Foto e Testo di ANDREA COLAGROSSI

Oltre Capo Nord. Recensione di due sportsteristi: pilota e zavorrina
Milano Nordkapp e ritorno (9416 km): 18 luglio 2019 - 5 agosto 2019

Abbiamo provato a scrivere diverse volte queste poche righe sul viaggio a Capo Nord che abbiamo appena concluso. Alla fine siamo giunti alla conclusione che il modo migliore per raccontarlo fosse quello di parlare delle sensazioni provate durante le lunghe ore in sella alla nostra Sportster Nightster 1200, senza entrare troppo nei dettagli tecnici delle tappe.

→La partenza.
Abbiamo detto che era il 18 luglio 2019? No. È iniziato tutto molto tempo prima, a gennaio 2019, con la pianificazione delle tappe, la ricerca di informazioni, la progettazione degli spazi a bordo, la scelta delle borse, borsine e borsone. L’acquisto dei piccoli (innumerevoli) accessori e della cara vignetta per la Svizzera, la scelta delle gomme; la profonda e attenta manutenzione per la moto, il carico e l’ansia per i mille problemi che avremmo potuto affrontare.

→La valigia.
Immaginate quando il giorno prima della partenza la zavorrina si sente dire: “dobbiamo togliere ancora qualcosa” con il tono di voce che hostess di Raynair scavallati proprio. Abbiamo centellinato tutto all’osso ma alla fine ce la siamo cavata con un borsone di 12.9 kg con abbigliamento quattro stagioni, scarpe di ricambio e accessori per il bagno, due borse laterali contenti gli antipioggia, i sacchi-lenzuolo (si dorme nelle famose hytte), gli asciugamani e il kit di emergenza per il freddo. In aggiunta due borselli: il primo con gli attrezzi fondamentali per malaugurate riparazioni on-the-road  e il secondo con tutti i cavetti, le prese, i powerbank per ricaricare le diavolerie elettriche (a dire la verità poche … siamo sportsteristi) che ci hanno accompagnato.

→Fast and Furious Nordic Drift. 
Le prime tappe sono state caratterizzate da tantissimi kilometri al giorno (circa 600-700) per superare Germania, Danimarca, Svezia e Finlandia. Alberi, alberi, strade dritte, limiti a 120 km/h, alberi, renne e … tanti tanti segni di sgommate (no, non erano di frenate) e burn-out. Ci si diverte in questi paesi.

→Pioggia.
Non era la prima volta che prevedevamo di prendere acqua in moto, ma sicuramente la prima in cui la paura di vivere sotto un’eterna doccia era forte. Infatti, i kit antipioggia erano al completo e per la prima volta nella nostra vita ci siamo bardati completamente dalla testa, alle mani, ai piedi con plastica, gomma e chi più ne ha più ne metta. Sembravamo delle tartarughe Ninja vestite da evidenziatori. Ovviamente abbiamo sbagliato a mettere alcuni strati nuovi e, il primo giorno, ci siamo trovati con l’acqua nei copri scarpe e i para-collo che fungevano da spugne. Tuttavia, a parte la prima tappa in Svezia e altre poche sporadiche volte (in cui gli strati erano tutti per il verso giusto), il viaggio l’abbiamo fatto praticamente tutto senza pioggia. Che culo. Uh...si può dire?

→Babbo Natale.
Ci siamo cascati come polli. Vale la pena andare al villaggio di Babbo Natale a Rovaniemi solo per la scritta Circolo Polare Artico (che fa figo). Di elfi, renne e babbo Natale neanche l’ombra, se non a pagamento … ma, con 29˚C di temperatura, meglio così: non avremmo voluto vedere babbo natale in costume.

→Il primo sole di mezzanotte.
In campeggio, in Finlandia, seduti in veranda, dopo aver fatto la sauna a 105˚C e il bagno in un fiume glaciale a 5˚C, bevendo Birra e Coca-Cola (queste zavorrine), circondati dalle zanzare. Lui è li, alle 24.00, ancora sopra l’orizzonte per non farvi capire che bisogna andare a dormire. Ditemi se non vi sembra una poesia.

→Campeggi.
Non immaginavamo che il popolo scandinavo amasse così tanto i camping. Abbiamo trovato di tutto tra la popolazione di campeggiatori nordici con cui abbiamo condiviso hytte, barbecue, docce e cucine: megalomani con roulotte immense, camper 4x4 su base MAN da 7500cc, ragazzi un po’ fricchettoni che ci hanno invitato a fare un riposino dentro una piramide in rame per risvegliarci “energizzati”, la famiglia (indovinate di dove) che è arrivata sull’erba umida del campeggio con una Alfa Brera turbo con cerchi da 21” e pinze Brembo gialle. In conclusione, i campeggi sono un’esperienza del viaggio a Capo Nord … anche se sono da prendere con un po’ di filosofia: zero vergogna ad entrare in bagno con i pantaloni larghi del pigiama messi dentro gli stivali da moto, che sembravamo il Sergente Garcia, e i capelli fatti su a cipolla (zavorrina) o come il cuscino li ha plasmati (pilota). In fondo sono le 8 di mattina per tutti e il sole non è mai tramontato.

→La griglia istantanea.
Ci ha salvato molte cene, alla modica cifra di circa 5€ per avere una cucina a disposizione. Giusta giusta per farci mangiare in quattro qualche trancio di salmone dei fiordi, delle salsicce di renna, dei filetti di balena e un po’ di verdura italiana. Una volta siamo addirittura riusciti a bruscare del pane! Bisogna avere in mente che sono proprio dei giocattolini, ma sono molto conviviali e ti permettono di mangiare cose uniche in posti unici.

→I chilometri.
Sono tanti ma il nostro Sportster è stato fantastico: sembrava capire quando iniziavamo ad avere troppo fastidio non vi diciamo dove e faceva accendere la spia della riserva. Così sapevamo che dopo poche decine di chilometri arrivava la pausa benzina. Nel complesso tutto perfetto: abbiamo patito solo una tappa di trasferimento che è stata noiosissima e lunghissima (durante il ritorno ovviamente). Per il resto del viaggio i chilometri scorrevano facilmente, distratti come eravamo dai panorami fantastici. Il tutto consumando solo 200g di olio, rabboccato con quello portato da casa.

→Un piazzale con i sassetti.
Capo Nord è un grosso piazzale di ghiaietta (o breccia che dir si voglia), con alcuni monumenti (fa strano chiamarli così) che apparentemente sembrano messi a caso. In altre parole, non è nulla di che ed è molto turistico (come il biglietto da 50€ a moto per entrare). Tuttavia, nonostante tutto ciò, l’emozione forte del viaggio è lui o almeno la sua conquista. Gli ultimi chilometri ti fanno capire dove stai arrivando, con il panorama e il clima che cambia velocemente. I brividi scorrono lungo tutta la schiena e in testa ti passano tutti i ricordi della preparazione, le ansie e le paure, le prime volte che anni prima hai sognato quel traguardo. Personalmente, quello che ci ha fatto sentire in un posto speciale è stato vedere tutte le scritte che alcuni visitatori hanno lasciato su delle rocce a sinistra del mappamondo, oltre il parapetto che dà sul mare. Erano dei messaggi di rimembranza per qualche persona che non c’è più, di gioia per avercela fatta o semplicemente di saluto. Ci ha fatto capire che pur essendo diventato un luogo relativamente facile da raggiungere (soprattutto per qualche pullman pieno di turisti in infradito), continua a mantenere un po’ di magia, di mistero e di venerazione. E tu ti perdi a guardare l’orizzonte a nord convincendoti che oltre quel mare, davanti a te, non c’è più nulla mentre dietro di te c’è un bicilindrico 883 o 1200 che ti aspetta per riportarti a casa, facendoti attraversare le più belle strade del mondo attraversando la Norvegia!

(nda. Lo sappiamo che più a nord di Nordkapp ci sono le Isole Svalbard, i ghiacci del polo e il polo. Ma siamo sportsteristi e ci piace vedere l’essenziale delle cose).



I MIEI PIU' SINCERI COMPLIMENTI AD ANDREA E ZAVORRINA PER AVER VOLUTO CONDIVIDERE CON TUTTI NOI QUESTA LORO ESPERIENZA.



14 commenti:

  1. UN VIAGGIO CHE SOGNO ANCHE IO DI FARE QUANTO PRIMA.
    MAGARI TI DISTURBERO' PER QUALCJHE CONSIGLIO.
    MAURO

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  2. Complimenti. In tanti dicono di volerlo fare (mi ci metto anche io tra questi) ma in pochi lo fanno davvero. Bravo tu e super la zavorrina.
    Tc

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  3. Complimenti ragazzi per il bellissimo viaggio!!!
    Gian Marco

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  4. MASSIMO RISPETTO, BELLISSIMO RACCONTO.
    Marzio

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  5. Bravi bravi bravi mi avete fatto sogn
    Marzio 52

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  6. Che viaggio spettacolare ...grazie per aver condiviso con noi questa grande avventura!

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  7. Ecco: queste sono le cose che vorrei leggere sempre, mica le pubblicità autoreferenziali. Bravi

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  8. Grande viaggio, raccontato molto bene..... Complimenti!!!

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  9. Semplicemente MITICI!!!
    E se l'anno prossimo per lo sprtymeeting si va a capo nord tutti insieme? in stile transumanza :)
    Giorgio di cantu

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  10. "sportster, la moto entry level per poi fare il salto di categoria", il più colossale abbocca-boccaloni dei dealers. Complimenti a voi, bella storia!

    Luigi
    #vivilamotoinsellaallatuamoto
    #livethebikeridingyourbike

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  11. Grande, grandissimo, con poche righe ritengo che sei stato in grado di smuovere emozioni e voglie nel raggiungere la meta... questo è l'essere biker, prendere la moto prefissare una meta e raggiungerla!
    Ti dirò in tutta sincerità che mi hai fatto venire voglia di fare un viaggetto.

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  12. Complimenti a te e (scusa ma capirai) alla tua zavorrina... Uno scritto ricco di emozioni e ricordi di un viaggio che non dimenticherete mai. E poi diciamolo, le nostre amate sportster non sono tanto comode...
    complimenti ancora!

    Alfred

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