RISVEGLIATASI DAL COMA, ASSETATA DI VENDETTA, BEATRIX VA ALLA RICERCA DEL SUO EX CAPO BILL, MANDANTE DELL’AGGUATO IN CUI E’ CADUTA QUATTRO ANNI PRIMA. IL FILM CULTO DI QUENTIN TARANTINO ISPIRA LA VINCITRICE DELLA CATEGORIA BEST STYLE GIRL DI SPORTY MEETING 2022.
Dopo quasi tre anni di Area57, finalmente la protagonista è una donna. Un bellissimo sorriso e lunghi capelli color platino sono il suo biglietto da visita. Simona Finocchiaro è ormai da qualche edizione una presenza immancabile di Sporty Meeting. Una passione, quella per le due ruote, concretizzatasi di recente ma che ha però origini lontane. Nata in una famiglia con una folta rappresentanza maschile, ha trascorso l’adolescenza in mezzo a moto da cross e sportive ma per varie ragioni ha dovuto tenere a bada questa pulsione fino al 2016, quando acquista la tanto desiderata Harley-Davidson. Un Iron 883 con grafica oro e flames che poco dopo viene affiancato da un Fat Boy del 1998 scovato in america grazie all’amico Alberto Poli, grande esperto della materia custom e volto noto del contest del raduno organizzato dalla Duecilindri Crew. Due small block di sua proprietà, anni ottanta e novanta, perfettamente conservati si sono aggiudicati nel 2019 e 2021 il premio Best Nostalgic.
Il 25 giugno 2022 a Grazzano Visconti i due amici non si limitano ad esporre un raro esemplare 883 del 1993 completamente restaurato da Giampietro Bertolini ma danno vita ad un vero e proprio concept, Kill Bill oriented. “Volevamo presenziare al nostro evento preferito in maniera un po’ diversa, con un pizzico di originalità e tanta autoironia: ci ha fatto piacere che il pubblico presente abbia percepito la nostra voglia di divertirci più che di apparire”.
E’ proprio la bionda eroina interpretata da Uma Thurman nella pellicola diretta dal regista che ha firmato capolavori come Le Iene e Pulp Fiction ad ispirare il progetto: il motivo è semplice. La protagonista Beatrix “ the Bride “ Kiddo, è una donna coraggiosa, combattiva, che odia le ingiustizie proprio come Simona: da sempre questo è il suo film preferito. Alberto si occupa di personalizzare la moto prendendo spunto dalla Chevrolet C-2500 Crew Cab Silverado, meglio conosciuta come Pussy Wagon, pick up che grazie a Kill Bill vol 1 è diventato uno dei simboli del cinema tarantiniano : ecco spiegato il cassone, le fiamme e gli adesivi rigorosamente made in Usa. Simona invece si cala nei panni dell’impavida Beatrix, indossando la tuta gialla con bande nere e la katana che tanto hanno reso iconico il personaggio scaturito dalla mente di Quentin.
Scusate ma sono perplesso.... Not appeoved
RispondiEliminaEhmm... mi sembra più cosplay che altro. Per i miei gusti personali, avrei evitato la cassetta della frutta sul parafango posteriore.
RispondiEliminaLa cassetta è un riferimento al cassone del pick up del film. Mi sembra una cosa carina, considerando che è stata fatta ad hoc per l'evento e poi tolta da quanto mi pare di aver capito. Mirko (Bs)
EliminaQuesto non la rende esteticamente più gradevole, sempre secondo la mia opinione. Ma ognuno ha la propria, com'è giusto che sia.
EliminaComunque se ho ben capito le "citazioni" da Kill Bill sono rimuovibili, tra adesivi e cassette... Meglio così: la moto mi sembra molto ben restaurata.
EliminaMi sono sempre chiesto come sia possibile estrarre la katana dal fodero nella posizione della foto...
Matteo.. a volte nel tuo blog si vedono realizzazioni di livello che meritano le nostre attenzioni. Qui non vedo nulka se non una sportster gialla con cassetta della frutta e fiamme sul parafango. A prescindere dall'improbabile look della driver, non vedo nulla di "difficoltoso" nella realizzazione. 👎👎👎
RispondiEliminaIn questo caso è il concept ad essere meritevole e non tanto le modifiche fatte sulla moto. Mi piace l'idea di imbastire un "progetto" per un evento con richiamo al proprio film preferito. In questo bisogna giudicare l'insieme .
EliminaDe gustibus non est disputandum
Eliminaio ho approvato a piene mani la scelta. E poi SImona super simpatica e autoironica, come le persone con cui si accompagnava. Alle volte bisogna uscire un po' dalle righe ed essere un po' più leggeri a mio avviso...
RispondiEliminaAlfred