10 maggio 2010

RADUNO HOG ST TROPEZ FEAT PART.1












Ho ancora le spalle che mi dolgono, il freddo nelle ossa e le braccia che tremano per chilometri percorsi ma nonostante tutto sono felice e soddisfatto.

Vi posso assicurare che la mia fantasia è stata altamente sopraffatta dalla realtà dell'evento francese: ipotizzavo fosse un raduno grandioso ma mai e poi mai una cosa del genere.



Ma partiamo dall'inizio: lo START per Saint Tropez era previsto appena dopo la barriera della autostrada di Milano-Genova venerdì mattina alle ore 8.00, luogo in cui i componenti del Milano Chapter si erano dati appuntamento. Come sapete non sono iscritto al chapter della Numero Uno, ma grazie ad un conoscente comune siamo riusciti a fare in modo che il suddetto gruppo, facendo uno strappo alla regola, ci consentisse di unirci a loro per il viaggio. Intorno le ore 8.30 (...i ritardatari non hanno colori e toppe) la squadra era al completo e dopo presentazioni e i saluti di rito, il Road Captain Giulio ha riunito intorno a se tutti per fare un breve riassunto delle regole da assumere durante il viaggio, ricordando i segnali e i ruoli degli officers (credo si chiamino cosi). Quindi perfettamente schierati (road captain avanti tutti, due moto a chiudere la coda e uno che teneva unito il gruppo e che serviva per i contatti tra i due estremi della comitiva) siamo partiti in perfetta doppia fila indiana ad una velocità media di 120/130km orari. Già una ottantina di moto era partito il giorno prima e contandoci prima dello start eravamo una ventina di harley per lo più elettra, qualche softail e solamente due sportster la qual presenza avrebbe causato per l'intera squadra una fermata per il rifornimento ogni 150 km. Partire con il chapter se da un lato donava sicurezza in caso di qualsiasi sfiga e un ritmo costante di velocità dall'altro impediva qualche sparata e qualche "garella" o qualche bel sorpasso azzardato a qualche vecchina (scherzo!). Andare con il chapter ha le sue regole: mai superare il capofila, rimanere tendenzialmente nella stessa posizione senza fare manovre, sostanzialmente fare tutto il viaggio con una moto anteriormente, con una di fianco e una dietro. Tale schieramento s e non dona una grande emozione dal punto di vista "motoristico" regala un senso di appartenenza e un brivido di piacere (un complimento speciale al verona Chapter che in autostrada sembravano una moto sola). Ero fortunatamente bello coperto (giubbotto invernale e pantasci) quando all'altezza di Casei Gerola il primo e fortunatamente unico diluvio si è abbattuto sul gruppo. Quindi pugno chiuso alzato (che è il segnale di fermarsi), sosta al lato della strada per permettere a tutti di infilarsi ulteriori protezioni contro il maltempo e via ripartiti. Primo rifornimento prima di Genova e poi via fino a Ventimiglia dove intorno alle 12.30 abbiamo fatto il secondo ed una micropausa di 15 minuti per mettere a tacere quel piccolo languore che ti assale durante i viaggi. Intanto il sole splendeva in cielo, ma il freddo patito fino a poco prima ci obbligava ha tenere indosso gli impermeabili (in moto non ci si copre mai abbastanza). Varcato il confine è iniziata la serie infinita dei caselli Francesi (dovete sapere che in Francia per arrivare a destinazione abbiamo dovuto affrontare ben 5 pagamenti) che ci hanno accompagnato fino a Port Grimaud. Lungo tutta la tratta da Milano e in maniera direttamente proporzionale all'avvicinarsi alla destinazione avrò incrociato, visto, superato, salutato, invidiato, ascoltato centinaia e centinaia di moto che viaggiavano sole, in gruppo o gruppetti che invadevano le stazioni di servizio e le autostrade....una cosa incredibile!


Usciti dalla autostrada, dopo qualche chilometro di tornanti (... caspita le moto diventavano sempre di più) intorno alle 14.30, dopo quasi cinque ore e mezza e oltre 400 km, siamo arrivati proprio di fronte all'ingresso del raduno nel quale alloggiavano i ragazzi del Milano chapter ( il luogo è sostanzialmente un mega campeggio con casette e bungalow -no tende). Grazie ai ragazzi del Milano Chapter e alla mia sportsterina che tanto bene si è comportata (... e poi dicono che non è una moto con cui fare un viaggio). Le foto sono in ordine cronologico ed effettuate con una macchina di fortuna e non con la mia supercanon (vedrete le prossime....) e le parole sono scritte di getto ..quindi perdonate errori e sproloqui.






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